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Il proprietario - IV


di Menteannebbiata
08.08.2024    |    6.593    |    22 9.9
"-"Apri la porta cazzo" mormorai..."
Sul tavolino di cristallo vicino al divano giaceva un grande posacenere e, da parte, un raffinato orologio da tavolo appartenente a quale scuola di Design. Segnava le 2.00 di mattina.
Ero ancora sul divano, le gambe divaricate e il culo che piano piano scivolava giù dal divano. La sborra del vecchio era ancora calda e disegnava due lunghe corde bianche. La prima partiva dalle mie palle e giungeva quasi sino all'ombelico, dove si mischiava ai miei 3 schizzi, molto meno densi di quelli del vecchio. La seconda, meno potente, era invece andata a perdersi fra le palle e il buco del culo, il quale - rifiatando dopo essere stato violato con forza - aspirava parte dello sperma che la gravità spingeva verso il basso.
-"Puoi darmi qualcosa per pulirmi? Sono pieno di sborra e mi sta colando tutta" implorai il vecchio mentre questi si puliva il cazzo con la carta da cucina. Lui mi guardò e mi sorrise.
-"Scusami, ho goduto così tanto che mi sono dimenticato per un attimo di quello che era successo" mi disse porgendomi il rotolo.
Staccai alcuni fogli e cominciai a pulirmi. Prima passai sul buco del culo, temendo che colando, la sborra avrebbe macchiato il tappeto. Sentii il buco indolenzito, con il diametro completamente falsato e panicai un attimo. Avrei potuto spingerci dentro due dita senza che me ne accorgessi.
-"Dannazione!" pensai. " Spero che non toccandolo torni a dimensioni accettabili".
Poi mi pulii la pancia. Non potei impedire un moto di disgusto. Lo sperma era tantissimo e dovetti usare una buona parte del rotolo per pulirmi completamente, anche se la pelle rimaneva comunque appiccicaticcia.
-"Vuoi farti una doccia?" Mi disse ad un tratto il vecchio, che nel frattempo si era messo una vestaglia di raso rossa.
-"Nono grazie...credo che sia meglio che vada a casa" risposi alzandomi faticosamente in piedi.
Risistemai il perizoma rimettendoci dentro il cazzo molle e sentii il tessuto passare fra le chiappe e adagiarsi contro l'ano rotto. "Dannazione, mi ha rotto il culo" pensai nuovamente con una punta di panico.
Poi barcollai con i tacchi sino alla porta d'entrata dove il proprietario mi aveva anticipato tenendo in mano il mio impermeabile.
Non osai guardarlo negli occhi. Lui prese il trench e mi aiutò ad indossarlo.
-"Grazie" bofonchiai dopo averci infilato entrambe le braccia.
-"Buonanotte" aggiunsi allungando la mano verso la maniglia della porta.
-"Ah!" fece però il proprietario "prima di andare mandami i video, altrimenti lo so già che poi li cancelli".
Esausto, presi il telefono, sbloccai lo schermo e dopo essermi brevemente soffermato sulla fotografia che ritraeva me e la mia ragazza in vacanza, aprii l'album, selezionai i due video più recenti e li mandai al vecchio. Il suo telefono squillò e lui guardò subito se i video erano di suo gusto. Lo erano e sogghignando di quando in quando girava il telefono per farmi vedere. Era anche peggio di quanto mi pensassi: nei video glielo succhiavo come se fossi stato una porno attrice, lo incitavo, gli segavo il cazzo e baciavo la cappellona dura mentre lui grugniva e gemeva di piacere. Il ciondolo della mia ragazza, che avevo indossato per l'occasione e che fra l'altro era ancora al mio collo, sobbalzava mentre facevo su e giù con la testa. Dalla ripresa si vedeva poi quanto mi piacesse dal momento che il mio cazzo era durissimo e il perizoma nero che indossavo lo teneva a stento.
-"Dai vado adesso" dissi imbarazzato.
-"Ah! Manca qualcosa...".
-"Che cosa?" Chiesi senza avere idea a cosa si riferisse.
-"Lasciami il perizoma".
Ci riflettei 10 secondi, dopodiché alzai l'impermeabile e sfilai il tanga nero porgendoglielo in una mano.
Il vecchio lo prese e lo portò al naso inspirando il mio odore, poi prese la mia chiappa con una mano e mi tirò verso a se dandomi un bacio sulla guancia e dicendomi:
-"Ti scrivo domani".
Mi divincolai da quel gesto d'affetto indesiderato e uscii di casa richiudendomi la porta alle spalle.
Sfilai le scarpe con il tacco reggendole nella mano sinistra e assicurandomi con la destra che l'impermeabile fosse ben chiuso, mi avventurai sulle scale procedendo a passo spedito. Per questa sera poteva bastare, non avevo intenzione di fare altre figure incrociando vicini mentre ero conciato in quel modo.
Inserii le chiavi ed entrai in casa sospirando. Lasciai cadere il trench e mi sedetti sul letto gemendo per il dolore che mi provocava l'anello di fuoco che avevo fra le chiappe. Mi coricai e mi addormentai subito.

Mi risvegliai bruscamente alle 10.30 del mattino seguente, tempestato di telefonate e di messaggi della mia ragazza.
-"Cazzo" esclamai. Avrei dovuto accompagnarla per negozi alle 10 e non mi ero presentato. Al contrario, ero ancora nel mio letto a dormire, vestito da troia. La richiamai al telefono e abbozzai una scusa. Dissi che stavo smaltendo i fumi della sbornia e che non me la sentivo di uscire. Lei si incazzò e mi appese il telefono in faccia dandomi del coglione.
-"Vabbè, ormai che dovevo dire" mormorai.
Notai poi che anche il vecchio mi aveva scritto un'ora prima. Dovevo ricordarmi di disattivare nuovamente le notifiche dell'app.
-"Buongiorno, il culo come va ahah".
Ignorai il messaggio, ero ritornato in me e francamente ripensando a quanto era successo mi facevo anche un po' schifo.

Rimasi un attimo a fissare il soffitto, poi, dopo un sospiro mi feci forza scivolando fuori dal letto e mi recai in bagno. Mi guardai allo specchio e vidi come ero conciato; mi vergognai e distolsi lo sguardo. Levai il ciondolo della mia ragazza e lo riposi nella scatolina, poi sfilai l'intimo e mi infilai sotto la doccia.
-"Merda" sbottai uscendo dalla doccia e guardandomi allo specchio.
L'eyeliner non voleva andarsene. Riprovai strofinando anche con del sapone ma riuscii solo a sbiadire il colore.
-"Merda, merda!" ripetei. Riflettei 5 minuti, dopodiché indossai i miei abiti normali, inforcai gli occhiali da sole e mi guardai allo specchio.
Le ali che avevo disegnato sulle palpebre si vedevano lo stesso. Dannazione, avrei voluto uscire di casa e andare al supermercato sotto casa a comprare delle salviette struccanti ma ero assolutamente angosciato dall'idea di essere riconosciuto da qualcuno.
Sconfortato, presi il telefono e scrissi al vecchio.
-"Ciao, sei a casa?"
Lui mi rispose subito.
-"No, perché? Hai voglia di cazzo XD?".
-"Non scherzare, il tuo eyeliner di merda non viene via, che cazzo faccio?".
-"La tua ragazza non ha lasciato dello struccante da te?".
-"No!".
-"Vabbè dai passo a prenderti delle salviette e te le lascio davanti alla porta fra una mezz'oretta va bene?"
-"Ok" risposi io.
-"Però dimmi una cosa...".
-"???".
-"Il culo come va, dolorante XD? Ho cercato di essere gentile".
-"Sta bene..." risposi seccamente.
Mezz'ora più tardi le salviette erano davanti alla mia porta. Le presi, mi struccai e uscii con gli amici.
Nel parco cittadino avevano preparato dei campi da Beach volley per i mesi estivi e ne approfittavamo regolarmente. Del resto mi serviva un po di svago. La mia mente correva a più non posso e ancora faticava a concepire quello che era successo la sera prima.
Non ero minimamente sereno e anche i miei amici se ne accorsero.
-"Ma che hai oggi? Che c'è sei stato violentato?" dissero prendendomi per il culo (ah l'ironia!).
Risposi ridendo, ma sotto sotto temevo che sospettassero qualcosa.
Avete in mente quando vi state facendo una sega e dovete rispondere al telefono? Si ha spesso l'impressione che chi sta dall'altra parte del filo sappia che cosa stavate facendo in quel preciso istante. È solamente una sensazione ovviamente, eppure la si percepisce chiaramente.
Quello era il feeling che avevo io. Mi sembrava che per tutto il pomeriggio il mio segreto fosse esposto alla luce del sole e che tutti sapessero che il giorno prima ero a gambe aperte mentre un vecchio mi inculava.
Sia quel che sia, mascherai come meglio potevo i miei disagi e cercai di mostrarmi macho come sempre.

Tornai a casa per le 18.30, varcai il portone del palazzo e salii verso il mio appartamento. Giunto davanti alla porta di casa mi fermai di colpo. C'era un sacchetto adagiato sullo zerbino. Lo presi ed entrai in casa appoggiandolo sulla scrivania.
Presi il telefono e scrissi al vecchio.
-"Hai lasciato tu il sacchetto?"
-"Si, ti piace?" rispose subito.
-"Non l'ho aperto".
-"Allora aprilo e poi fammi sapere".
Lo aprii e ne estrassi una prima scatola a strisce rosa e nere sulla quale c'era scritto "Victoria's secret". Levai il coperchio, scostai la carta e vidi che conteneva un completino rosso. Il perizoma era interamente di quel colore eccetto i lati che scavallavano sui fianchi, i quali erano ricoperti di brillantini con la scritta "Victoria's secret". Il reggiseno era invece completamente rosso leggermente lucido. Estrassi la seconda scatola e ne cavai un abitino nero, anch'esso leggermente lucido.
-"Che cazzo è sta roba? Sei matto guarda che se qualcuno vede pensa che sono per me" scrissi al vecchio.
-"Beh ma sono per te...non ti piacciono?".
-"Ho capito ma ti dispiace? Vorrei evitare che i vicini vedano sta roba".
-"Ti piace o no il completino?"
-"È carino si..." ammisi.
-"Vieni a cena da me stasera?" mi chiese poi.
Non ero per nulla abituato a farmi corteggiare, tantomeno da un uomo. Ancora faticavo a misurare le mie reazioni e i miei sentimenti al riguardo.
Ignorando l'invito scrissi alla mia ragazza per chiederle se aveva voglia di uscire.
Mi rispose ancora incazzata per la buca della mattina. Mi disse che non aveva voglia di vedermi e che andava a casa di Andrea per una festa. Andrea era un coglione, un ragazzo che le faceva il filo e che lei sapeva mi infastidisse. Lo faceva apposta per farmi ingelosire e la cosa funzionava. Mi rodeva nella pancia. Scaraventai il telefono sul letto, rimasi immobile 15 secondi, poi feci un gesto di stizza, mi alzai, ripresi il telefono e scrissi al vecchio:
-"A che ora?"
-"Facciamo alle 20? Così hai il tempo di vestirti".
-"Aspetta ma devo indossare sta roba?".
-"Si, a dopo (con uno smile del bacio)".

Non ero sicuro sul da farsi, poi mi venne in mente la mia ragazza che ballava con Andrea e mi dissi "Fanculo".
Mi diressi sotto la doccia, ripassai bene il corpo già depilato e mi asciugai. Erano ormai le 19.15.
Mi avviai verso la scrivania e aprii il cassetto nel quale avevo riposto le autoreggenti, il rossetto e l'eyeliner del giorno prima.
Presi l'eyeliner, andai in bagno e cominciai ad applicarlo. Cercavo di renderlo ancora più marcato disegnando delle linee ancora più taglienti affinché risultasse più seducente. Soddisfatto del risultato tornai alla scrivania ed estrassi dal cassetto le autoreggenti.
Mi sedetti sulla sedia e infilai un'autoreggente alla volta, dopodiché presi il nuovo perizoma rosso. Ne staccai l'etichetta e lo infilai. L'effetto allo specchio era spettacolare. Il mio culo, ancora gonfio dallo sport che avevo fatto in giornata, ingurgitava quel lembo di tessuto facendolo scomparire fra le chiappe. Feci lo stesso con il reggiseno e ammirai il risultato allo specchio. Poi mi chinai, presi i tacchi e indossai anche le scarpe.
Infine afferrai il vestitino e lo guardai attentamente.
-"Non ci entrerò mai..." pensai.
Decisi che la migliore opzione era quella di farlo passare da sotto, infilai quindi i piedi e lo tirai su, verso il torso.
Con mia grande sorpresa, il tessuto elasticizzato aderiva al corpo longilineo e muscoloso senza particolari problemi e anzi, ne accentuava le forme.
-"Mamma mia che look da zoccola" mormorai guardandomi allo specchio.
Presi il rossetto dal cassetto, mi recai in bagno camminando sui tacchi e lo applicai mandando un bacio allo specchio una volta finito. Aprii la scatoletta della mia ragazza e ne estrassi il ciondolino che mi misi intorno al collo.
Era tutto pronto. Erano le 19.45.

Mi avviai verso la porta di casa e feci per prendere il trench che avevo indossato anche la sera prima.
Mi fermai di colpo. In fondo ne avevo bisogno?
Socchiusi leggermente la porta d'entrata e rimasi in ascolto...non volava una mosca. Esitai ancora lungamente tendendo l'orecchio ma, rassicurato dal silenzio che regnava nell'androne del palazzo, presi il mio cellulare, uscii dall'appartamento e mi richiusi la porta alle spalle.
Mi ero dimenticato quanto rumore facessero i tacchi sulle piastrelle e quanto difficile fosse camminarci. Per di più il vestitino mi stringeva appena sopra le cosce e mi costringeva a piegarmi leggermente per fare gli scalini.
Arrivai davanti alla porta del vecchio e bussai proprio mentre sentivo il portone del palazzo richiudersi seguito da dei passi.
-"Apri la porta cazzo" mormorai.
I passi si avvicinavano e il panico cominciò ad entrarmi nelle ossa.
Bussai di nuovo.
I passi provenivano adesso dal pianerottolo appena sotto a quello dove mi trovavo io. Non c'erano posti dove mi potessi nascondere e cominciavo a chiedermi se una soluzione poteva essere quella di togliere i tacchi e correre rapidamente giù per le scale sperando che la persona che saliva non riconoscesse il mio viso.
La porta si aprii proprio nel momento in cui la persona che saliva stava per vedermi. Mi fiondai nell'appartamento e ansimante rimproverai il proprietario.
-"Porca troia mi ha quasi visto! Che cazzo fai perché non aprivi?".
Il vecchio mi fissò con i suoi occhi scuri. Indossava un pantalone cachi e una camicia azzurra, che accentuava la sua pancia prominente, con risvolto alle maniche.
-"Scusa stavo cucinando, sono un po in ritardo ho messo nel forno adesso"
Dalla cucina usciva un profumo delizioso.
-"Mamma mia come stai bene. Fatti vedere, fai un giro".
Mi sfuggì un sorriso che mascherai con una smorfia. Appoggia il telefono sul mobile dell'entrata e feci un giro su me stesso.
Il vecchio gradiva.
-"Me le fai due foto?" Gli chiesi ammiccando esageratamente.
Lui prese il mio telefono, inserì la password che gli dettai e mi scattò un paio di foto.
-"Seguimi in salotto, beviamo qualcosa".
Mi sedetti sul divano di pelle bianca e lui mi raggiunse stringendo in ognuna delle mani un calice di prosecco. Si sedette vicino a me e me ne porse uno.
-"Alla nostra!" disse lui.
-"Ahah alla nostra addirittura?".
-"Pensi che quello che è successo ieri non si ripeterà ancora e ancora?".
Bevvi un gran sorso, lo guardai negli occhi e scrollai le spalle.
-"Guarda che l'ho visto quanto ti è piaciuto ieri, non è forse vero?".
-"È stato molto...interessante..." dissi con un sorriso.
Non contento il vecchio continuò:
-"Molto di più dai, guarda come sei conciato. Vestito da zoccola seduto sul mio divano".
Io sorrisi.
-"Lo sai che da domani sullo sfondo del tuo telefono ci sarà una foto di noi due e non una di te e la tua ragazza vero? Tanto sono sicuro che nemmeno più pensi a lei".
Ripensai alla mia ragazza e mi venne un tuffo al cuore.
-"Non voglio pensarci in questo momento. È a casa di uno che ci prova con lei e sono sicuro che proverà a baciarla".
Il vecchio si avvicinò a me, mi mise una mano sulla coscia, mi guardò intensamente negli occhi e disse:
-"Beh visto che forse ti sta mettendo le corna, forse il modo migliore per fargliela pagare è se tu a tua volta te la fai con un uomo".
-"Tu cred..".
Feci appena in tempo a schiudere le labbra velate dal rossetto per pronunciare queste parole che il vecchio mi mise l'altra mano sulla guancia e mi tirò a se baciandomi.
Il mio cuore esplodeva, la mia testa esplodeva, il mio cazzo esplodeva nel perizoma.
Stavo baciando un uomo, completamente vestito da troia. Le nostre lingue si intrecciavano e non lasciavano le nostre rispettive bocche.
Mi venne naturale gettargli le braccia intorno al collo, mentre la mano del proprietario era nel frattempo salita. Io avevo allargato le gambe e lui aveva adagiato la sua mano sulle mie palle (coperte dal perizoma) raccogliendole nel palmo, mentre con il dito medio stuzzicava il mio buco del culo, coperto dal solo tessuto del tanga rosso.
Spinse un poco facendo entrare falange e tessuto.
-"Così mi fai impazzire porco" gli dissi interrompendo il bacio.
Da dove veniva quella frase? Che ne so, non capivo più niente.
Il vecchio lo intuiva e non perse occasione. Mise una mano dietro la mia nuca spingendomi verso i suoi pantaloni.
-"Vuoi fartelo succhiare, vero porco?".
-"Si prendilo in bocca troia" rispose immediatamente.
Mi misi a pecora da parte a lui. Slacciai la cintura gli abbassai i pantaloni e subito salto fuori come una molla il suo cazzone di marmo, duro, venoso, nodoso.
-"Non è possibile" pensai, "sicuramente deve aver preso del Cialis perché gli scoppia il cazzo".
Lo sniffai per fargli capire quanto apprezzassi quell'erezione poderosa e cominciai a succhiarlo diligentemente.
-"Mmm si cosi puttana succhiamelo tutto, guarda quanto stai diventato brava mmm".
Ogni tanto ritornavo da lui per rimettergli la lingua in bocca mentre continuavo a segargli il cazzo, poi all'improvviso mi alzai in piedi.
Il vecchio mi osservava compiaciuto mentre si teneva il cazzone duro in mano e si segava furiosamente.
Sfilai piano piano il vestitino nero lucido esponendo il completino rosso Victoria's secret.
-"Mmm ti sta benissimo troia" mi disse lui. Poi si alzò, mi prese per mano e io lo seguii fino in cucina. Spense il forno, mi riprese per mano e mi portò nella camera da letto.
Era arredata con molto gusto, un grande letto grigio a due piazze dominava la scena. Il vecchio mi ci spinse contro e io ci caddi sopra a pecora.
-"Che mi vuoi fare porco?" lo stuzzicai io con la voce più da puttana che riuscivo a fare.
-"Lo sai cosa voglio zoccola".
-"Mmm ah si? E cosa vuoi maiale?".
-"Voglio che mi chiedi di spaccarti il culo".
Mi girai verso di lui ammiccando come una prostituta in calore e gli dissi:
-"Inculami amore. Ti aspetto da ieri sera".
In tutta risposta lui si chinò, mi afferrò le chiappe muscolose, tirò da una parte il perizoma e mi leccò il buco del culo per una decina di minuti. Dopo avermi scopato il buco con la lingua, si alzò in piedi prese un preservativo dal comodino e se lo mise.
Un secondo dopo la sua cappellona dura spingeva prepotentemente contro il mio sfintere facendomi vedere le stelle.
-"nghh nghh aspetta porco piano mi sfondiii" lo supplicavo.
Ma lui non pareva sentirci. Mi stava inculando rabbiosamente da qualche minuto fino a che sentii per la prima volta le sue palle sbattere contro le mie.
Era meraviglioso. Il dolore svanì istantaneamente ed ebbi cura di farglielo notare girando la testa e dandogli la mia lingua mentre mi inculava.
Ora il suo cazzo entrava e usciva liberamente dal mio culo accompagnato dal rumore "flop flop flop".
Strana la vita. La mia ragazza non aveva mai voluto darmi il culo ed ora eccomi lì...a mia volta inculato da un vecchio arrapato. Il mio ano bagnato avvolgeva completamente il cazzone di quel maschio implorando di essere riempito dal suo seme caldo.
-"Ti prego sborrami dentro" gli dissi sempre usando una voce da troia.
-"SI puttana, stasera ti sborro nel culo, però prima vieni tu. Stasera voglio goderti nel culo mentre ti è passata l'eccitazione".
Senza nemmeno attendere la mia risposta, aggirò con la mano la mia vita e afferrò il mio cazzo di marmo che ormai spuntava fuori dal tanga rosso e ballonzolava ogni volta che l'uccello del vecchio mi penetrava lo sfintere.
Diede pochi colpi di mano e sentii che non potevo resistere.
-"Mmm amore sto sborrandooo" gemetti spruzzandogli tutto nella mano.
Mi lasciai ricadere sul letto sfinito, sfilando il cazzo del vecchio.
Ansimando mi girai verso di lui che mi guardava con un sorriso.
-"Lo sai che adesso ti sborro nel culo vero?".
Non risposi.
Lui sfilo il preservativo e me lo gettò addosso all'altezza del reggiseno. Poi prese a segarsi il cazzo lubrificandolo con la mia sborra.
-"Vedi a cosa serve la tua sborra? Mica a mettere incinta la tua ragazza. Serve solo a lubrificarmi il cazzo".
Detto ciò afferrò le gambe e me le divaricò.
Puntò il cazzo sul buco del culo rotto e riprese a scoparmi.
Fu particolarmente umiliante. Con la mente ero tornato in una zona etero e il fumo dell'eccitazione che avevo in testa si era dissipato. Eppure non avevo scelta se non quella di sorbirmi una nuova inculata da parte del vecchio, per di più mentre mi baciava in bocca. Durò 15 minuti che mi sembrarono un'eternità, poi all'improvviso, prese a grugnire e ad ansimare gemendo:
-"nghhh ti sborro nel culo puttana mmm fino in fondo...eccola eccola siiii sborrooo".
Il ritmo dei suoi colpi scemò di colpo. Il vecchio sorrise, sfilò il cazzo dal mio ano aperto e pieno di seme caldo, ammirò qualche secondo quell'opera e poi si diresse verso un cassetto dal quale estrasse un plug anale di metallo, con all'estremità un cuoricino rosa.
Me lo mise nel culo.
-"Voglio che tieni dentro il mio seme questa sera".











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